| 09/06/2010 SICUREZZA SUL LAVORO |   |   |   | 
| "Lo stress da lavoro correlato colpisce 40 milioni di lavoratori nella UE"Sia chi fa bene il proprio lavoro, sia chi lo fa male subisce una tensione tale da causare danni psichici ed anche fisici.  Tensione che deriva dall'ambiente lavorativo inteso sia in senso fisico  che come insieme dei rapporti instaurati con quanti lavorano ed  agiscono nello stesso ambiente. Una tensione che,  peraltro, si  riflette anche sulle aziende perchè si manifesta con: diminuzione della  produttività, assenteismo,  bassi livelli di motivazione,  ridotta  disponibilità al lavoro, carenza di fiducia, mancanza di impegno,  aumento dei reclami e delle lamentele dalla clientela e degli utenti
 Una statistica 2007 della European Foundation for the Improvement of Living & Working Conditions riferisce che per ben 40 milioni di lavoratori nella Ue lo stress è  causa di malattia ma solo per il 15% di essi il malessere è derivato da  cause esterne: mobbing, vessazioni e violenze fisiche. Grossa incidenza  sul fenomeno ha quindi la presenza di un disagio organizzativo che va  prevenuto anche ai sensi del  D.Lgs. n. 81/2008.
 
 Una proposta metodologica di valutazione dei rischi da stress lavoro correlato è stata messa a punto dal Network Nazionale per la Prevenzione Disagio Psicosociale nei Luoghi di Lavoro istituito dall'ISPESL e basato su uno studio pilota degli SPISAL della Provincia e del Centro clinico di Verona.
 
 La valutazione si articola in tre fasi,  centrando l'attenzione prima sugli indicatori oggettivi con l'ausilio  di una check list, poi sulla classificazione del rischio: basso, medio e  alto ed infine sulla pianificazione delle azioni di miglioramento, le  quali si concludono, in caso di rischio alto obbligatoriamente, con la  valutazione dello stress percepito dai lavoratori che è un'azione allo  stesso tempo di verifica e di allentamento della tensione in quanto così  il lavoratore si sente maggiormente considerato.
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